30 gennaio 2014 Sardegna: non solo mare

di Maria Grazia Chiappini
La Sardegna è una terra antica, la più antica, geologicamente, d'Italia. 
Una Terra di pietra e vento, con paesaggi attraenti per la diversità pur nella loro desolazione. E migliaia di monumenti del passato glorioso.
Circa 150.000 anni fa, durante il paleolitico, l'uomo approdò sull'isola, che gli antichi scrittori chiamavano Icnussa. Continuò ad abitarvi, crescendo progressivamente, nei lunghi tempi del neolitico...
Distante dalle spiagge gremite, ecco l ‘altra Sardegna, fatta di una cultura profonda e plurimillenaria, che fin dalla preistoria ha saputo tradursi in monumenti esemplari dello spirito di un popolo. Da una religiosità antica legata agli elementi naturali (Domus de janas, Menhir, Pozzi sacri), un ingegno misterioso permise la costruzione dei NURAGHI, le torri coniche emblema dell’isola.
Più di 3500 anni fa un popolo di ARCHITETTI, guerrieri e navigatori diede vita a una civiltà MISTERIOSA: quella NURAGICA


Origine del popolo dei Nuraghi
I “Protosardi”
Sardi stessi che già avevano dato vita, nelle epoche precedenti (Neolitico ed Età del Rame), alle grandi culture della Sardegna prenuragica, e che ora, a seguito delle trasformazioni sociali ed economiche seguite alla scoperta e all’uso del metallo (bronzo, soprattutto), si erano evolute verso forme più complesse di organizzazione sociale, determinando anche la fioritura di una architettura originale.
Presenza dell’uomo fin dal Paleolitico
Popolazioni venute dal mare (dalla Corsica?)
Vivevano di  caccia, raccolta, pastorizia
Disponevano di armi e strumenti ricavati dall’ossidiana
Avevano scambi con la Corsica e l’Italia settentrionale
Praticavano il culto della DEA MADRE
Seppellivano i defunti nelle grotte
Sardegna Pre-Nuragica
       Santuario di Monte d’ Accoddi
       Menhir (“Pietre fitte”)
       Dolmen
       Domus de Janas 
.     Necropoli
Monte d'Accoddi: la Ziqquarat
       A 11 Km da Sassari sorgono i resti di una “ZIQQURAT” di 5.000 anni fa, l’unica di tutto il mediterraneo occidentale, simile alla Etemenanki mesopotamica (la biblica “torre di Babele”)
       La ziqqurat ha la forma di una torre composta da tronchi di piramide sovrapposti a più piani (piramide a gradoni), a rappresentare la volontà dell’uomo di avvicinarsi sempre di più al cielo. Attraverso 7 rampe (ognuna rappresentante una costellazione e di colore diverso) si accedeva ad una sommità piatta sulla quale i sacerdoti (veri e propri "custodi" di essa) officiavano le cerimonie rituali e dalla quale potevano scrutare i corpi celesti al fine di trarne auspici  e profezie.


Complesso di epoca prenuragica,  sviluppatosi sul pianoro a partire dalla seconda metà del IV millenio a.C.
Chi ha fatto costruire una ziqqurat mesopotamica proprio qui?  La Sardegna, anche se può sembrare un luogo isolato e difficile da raggiungere, al contrario un tempo era un importante punto di approdo di moltissime civiltà, egiziane, romane, greche, fenice, mesopotamiche.

Una leggenda narra che la piramide fu voluta da un re mesopotamico di nome Uruk, principe-sacerdote delle sue terre, che fuggito chissà per quale motivo, si stabilì in terra sarda con tutta la sua tribù.
Il santuario di Monte D’Accoddi era dedicato alle feste sacre legate al ciclo agrario e alla fertilità







Menhir “pietre fitte”
(perdas fittas o pedras fittas)

Megaliti monolitici  che potevano raggiungere fino a  30 m di altezza (Bretannia) conficcati nel terreno



Necropoli di Pranu Mutteddu

Anche in Sardegna, dunque, sotto la vigile attenzione dei druidi ingegneri, venivano conficcate nel terreno delle sentinelle litiche, i menhir, ad indicare la strada che portava al mistero della morte, in questo caso alla tomba di Pranu Mutteddu.

Essa contiene una tomba, unica nel suo genere, scavata in un enorme monolito trasportato da un altro luogo. Osservando queste costruzioni è logico dedurre  che già in epoca prenuragica, intorno a 2400 a.C. , esistessero nell’isola civiltà evolute e dotate di una rigida organizzazione del lavoro.  

  


DOLMEN

       Tomba megalitica comune a camera singola

       Costituiti da due o più piedritti verticali che sorreggono uno o più lastroni orizzontali (piatta banda o architrave).

        La costruzione era in origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo.

       Diffusi in estremo oriente e in Europa:  Regno Unito,  Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia (precisamente in Sargegna, in Sicilia e in Puglia).




Necropoli
Domus de Janas

       Il nome popolare significa letteralmente "case delle fate" ma in realtà esse sono delle tombe scavate nella roccia dalle popolazioni che vissero in Sardegna nel Neolitico, prime fra tutte quelle della cosiddetta "cultura di Ozieri", che fiorisce nel periodo compreso fra il 4000 e il 3000 a.C. circa.

       A partire dal Neolitico recente fino all’  Età del Bronzo  antico, queste strutture caratterizzarono tutte le zone della Sardegna  Prenuragica.

       Ne sono state ritrovate più di 2.400, circa una ogni chilometro quadrato, e molte rimangono ancora da scavare.





CIVILTA’ NURAGICA: FANTASMI DI PIETRA

       Nuraghi, pozzi sacri, tombe antiche ci parlano di civiltà lontane intrise di religiosità e arcani saperi

       Monumenti più tipici e rappresentativi della civiltà nuragica, che si sviluppa in Sardegna a partire dall'età del Bronzo Medio, 1600 a.C., e termina all'incirca in corrispondenza della dominazione punica, nel VI secolo a.C

       Forma base: grandi blocchi squadrati disposti uno su l’altro  a secco,  che formano un torre a pianta circolare di forma tronco conica (a Tholos) a più piani, con scale interne ricavate nello spessore murario e sormontati da un terrazzo.

       I nuraghi possono essere semplici, ossia costituiti da un'unica torre, oppure complessi, cioè formati da più torri, che possono essere massimo cinque, disposte attorno alla torre centrale detta mastio e unite fra loro da mura rettilinee.


       Fase I: protonuraghi (planimetria irregolare, aspetto tozzo, costituiti da uno o più corridoi, mancano della camera circolare tipica dei nuraghi a tholos)

       Fase II: sviluppo dei nuraghe semplici e delle tombe dei giganti

       Fase III: sviluppo di nuraghe complessi, vere e proprie fortezze a più torri, e dei pozzi sacri

       Fase IV:  sviluppo dei villaggi e dei santuari


Funzioni dei Nuraghe

       Evoluzione di recinti di pietre e piattaforme rialzate (torri di controllo e di avvistamento)

       Case fortezza (abitazione, vedetta, difesa)

       Trasformazione da singole torri a “castelli turriti”


Nuraghe la Prisciona

       Sorge su un'altura in posizione dominante sulla piana di Arzachena. Si tratta di un complesso nuragico formato da un nuraghe complesso trilobato circondato da un villaggio di capanne

Nuraghe Losa (Abbasanta)

       formato dal grande nuraghe trilobato, da un antemurale e da un'ulteriore cinta muraria che racchiude l'intero complesso e al cui interno si trovano anche i resti dell'ampio villaggio.

Nuraghe Santu Antine (Torralba)
Sa domo de su Re

       Il polilobato e composto da un mastio (sicuramente la parte più antica del monumento) al quale si adossò in un secondo tempo una struttura imponente trilobata













Nuraghe Su Nuraxi (Barrumini)

       Maestoso nuraghe costituito dal mastio centrale (bronzo medio) racchiuso in un bastione quadrilobato con al centro un cortile con pozzo e da una ulteriore struttura muraria con 5 torri (antemurale). Tutt’intorno si sviluppa il villaggio, di epoca posteriore, composto da 50 capanne
(Il villaggio) Su Nuraxi

       In alcune capanne  è riconoscibile la cucina, dove si trovava il forno che in alcuni casi si è conservato riconoscibile fino ad oggi. In altre si trova un ambiente circolare dotato di una panca in pietra lungo il perimetro e con al centro un grande bacino di pietra che veniva forse utilizzato per riti domestici concernenti il culto dell'acqua.



 LE TOMBE DEI GIGANTI


       Il nome proviene dalla fantasia popolare per la loro maestosità

        Si tratta di sepolture collettive dove dormirebbero gli eroi divinizzati e gli antenati più insigni e potevano contenere un elevato numero di inumazioni

       Si compongono di una lunga camera funeraria coperta di lastre di pietra disposte orizzontalmente

       L’elemento più spettacolare è la facciata con al centro una stele: una poderosa lastra di pietra verticale che termina con una cornice tondeggiante

       Sotto la crosta terrestre scorrono energie telluriche e forze magnetiche che fanno del nostro pianeta un autentico “organismo vivente”.

       Queste energie sono più intense in certi ambienti piuttosto che in altri e recenti studi hanno rilevato che antichi luoghi sacri sono stati costruiti lungo questi canali energetici.

       Baluardi accumulatori di tali energie sarebbero proprio le Tombe dei Giganti,  strane costruzioni che ricoprono il territorio sardo, esclusive di  questa regione e di nessun’altra parte del mondo.

       Una delle tombe dei giganti a maggiore intensità magnetica rilevata è  Li Mizzani nei pressi di Palau costruita sopra un intenso flusso energetico, utilizzata fin dai tampi antichi come “macchina per la guarigione”



Il culto dell’acqua:
I POZZI SACRI

       I Sardi di 3000 anni fa non erano solo esperti architetti ma anche ottimi idraulici. Lo dimostrano gli oltre 250 TEMPLI A POZZO dell’isola.

       Cisterne sotterranee per la raccolta dell’acqua alle quali si accedeva da lunghe gradinate.


Il pozzo è un tempio a ipogeo come testimonia il ritrovamento di alcuni bronzetti raffiguranti la potente dea Madre. La forma del sacello è quella di un pozzo, con camera circolare parzialmente interrata e gradinata  fino alla vena d’acqua,  coperto a cupola e preceduto da un atrio rettangolare o (raramente) da un'esedra rotonda per il rito e l'esposizione delle offerte votive e di addobbi simbolici.

La struttura a tholos rivela un vero e proprio nuraghe sotterraneo, dimora della divinità. La scalinata è l’accesso arcano; il passaggio dalla luce all’ombra è progressivo e accompagna le tappe della trasformazione di chi si avvicina al sovrannaturale,

Isolati  o inseriti in veri e propri santuari


Villaggio-Santuario  di Santa Cristina

Laboratorio astronomico

Celebrazione di un “capodanno lunare” che univa simbolicamente luna e acqua.

Una volta ogni 18.6 anni la luna arriva a illuminare l’acqua in fondo al pozzo.

Culto dell’acqua testimoniato anche dalla presenza di fonti domestiche per il culto.

Ancora oggi nella notte di San Giovanni (23-24 giugno) in alcuni paesi si va di casa in casa a chiedere acqua in assoluto silenzio a scopi curativi



Pozzo Sacro del complesso nuragico Sa Sedda e Sos Carros



Sa Sedda e Sos CarrosCostituito da numerose capanne, a pianta circolare ed ovale, tra le quali una di particolare interesse per l’architettura singolare e la funzione rituale di tipo religioso. Si tratta di un ambiente circolare, definito “fonte”, con pareti interne realizzate con blocchi squadrati bicolori – di calcare bianco e basalto scuro- e con pavimento altrettanto accurato.
Sulle sue pareti sono scolpite in altorilievo teste di muflone che presentano un foro attraverso il quale l’acqua, che giungeva dal canale ricavato nello spessore murario, poteva zampillare nel bacile monolitico circolare posto al centro del pavimento



La decadenza della civiltà nuragica

       Scontro fatale con altri popoli in una società già in decadenza (lotte intestine). Dal 1000 a.C. circa sarebbe avvenuto qualche mutamento sociale che ha indebolito la popolazione e fece perdere al nurghe la sua funzione di fortezza.

       Catastrofe naturale. Un maremoto devastante avrebbe colpito l’isola intorno al XIII-XII secolo a.C. (sedimenti alluvionali che circondano i nuraghi)

A T L A N T I D E   ?

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